L'acquisto della prima casa è spesso una vera e propria scelta di vita, sulla quale influisce moltissimo il mutuo. Ecco che il tasso di interesse delle rate del mutuo è una variabile fondamentale di cui tenere conto, oggi più che mai vista l'incertezza e le difficoltà del momento.
Inflazione ed interessiSe l'aumento dell'inflazione è veloce e l'aumento dei salari non rimane al passo ciò si traduce in una diminuzione del potere di acquisto di famiglie e imprese. Quando questo avviene di solito vengono messe in atto manovre finanziarie che favoriscono il risparmio e limitano gli investimenti, per cercare di ottenere un rallentamento dell'aumento dei prezzi inducendo una diminuzione della domanda.
Per questo motivo è lecito pensare che la Bce interverrà ancora sul costo del denaro, quindi sui tassi di interesse: se l'inflazione aumenta rapidamente la Bce promuove un aumento dei tassi di interesse per scoraggiare gli investimenti, se l'inflazione diminuisce la Bce tende a ridurre i tassi in modo da incentivarli.
È quindi abbastanza prevedibile che la Bce, allo stato, intervenga per aumentare il costo del denaro, e che ne segua quindi un aumento dei tassi d'interesse. Tradotto in pratica questo significa che, probabilmente, mutui, prestiti e finanziamenti costeranno di più.
I tassi di interesse del mutuoQuando un istituto di credito concede il mutuo per l'acquisto della casa l'importo anticipato viene restituito in rate mensili che includono una quota interessi composta da Tan (Tasso Annuo Nominale) e Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale). Tan e Taeg sono parametri fondamentali per chi stipula un prestito, perché determinano quale sarà il costo del mutuo.
Interessi totali e spese vengono ripartiti su ogni rata, determinando un sovrapprezzo. Il sovrapprezzo di ciascuna rata rapportato in percentuale al valore della rata determina il Tan. Facciamo un esempio: se la rata è di 1000 euro e la quota mensile di interessi di 20 euro, il Tan sarà del 2%. Invece, il prezzo totale degli interessi influenzato anche dalle spese di gestione della pratica, dal numero delle rate e dalle modalità di pagamento, determina il Taeg.
Mutuo: meglio a tasso fisso o a tasso variabile?Prima di accendere il mutuo è bene farsi un'idea delle proposte disponibili sul mercato e monitorare l'andamento del tassi di interesse fisso e variabile, oltre alla possibilità di rinegoziazione.
Il tasso fisso blocca la rata per tutta la durata del rimborso quindi solitamente viene considerato il più affidabile e meno rischioso. Il tasso variabile è invece suscettibile di modificazioni che si riverberano sull'importo della rata, quindi è certamente più rischioso perché potrebbe portare ad un aumento delle rate, anche se il costo iniziale è solitamente più ridotto.
La scelta tra tasso fisso e variabile è molto personale e deve tenere conto di diverse variabili economiche oltra della propria situazione finanziaria e della capacità o meno di sopportare un potenziale aumento delle rate.
Cosa fare con la situazione attuale?L'instabilità economica legata al futuro sta spingendo imprese e famiglie a scegliere il tasso fisso. In questo momento sia tasso fisso sia tasso variabile sono ai loro minimi storici, con i mutui a tasso fisso che hanno un costo molto vicino a quelli a tasso variabile. Questo ha portato le famiglie a preferire i mutui a tasso fisso che, oltre ad essere attualmente convenienti, danno anche una tutela a lungo termine. Gli esperti del settore suggeriscono il tasso variabile per mutui brevi e piccoli investimenti mentre, per grandi impegni finanziari, come può essere l'acquisto della prima casa, viene consigliato il mutuo a tasso fisso, soprattutto in vista dei futuri sviluppi di alcune situazioni di incertezza a livello mondiale.
La surroga del mutuoLa surroga del mutuo permette di trasferire il mutuo anche dopo la sua attivazione e consente al mutuatario di beneficiare di eventuali condizioni economiche più favorevoli rispetto a quelle originarie. La surroga del mutuo, detta anche portabilità o surrogazione, comporta il trasferimento del mutuo presso un altro istituto di credito mantenendo però l'ipoteca costituita al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo originario. In questo modo i parametri del mutuo come durata e tasso possono essere modificati senza che si modifichi l'importo del debito residuo.